Il centro nevralgico del polmone artificiale, il cui schema
è qui rappresentato, è l’ossigenatore.
Tale componente è essenzialmente quello che assume le
funzioni del polmone “naturale”, in quanto in esso si svolge l’ossigenazione
del sangue proveniente dal corpo del paziente, e l’eliminazione dell’anidride
carbonica in esso contenuta.
Nell’ossigenatore è convogliato il flusso di sangue da
ossigenare, assieme ad un flusso di aria “fresca” contenente l’ossigeno per la
respirazione: le due fasi sono separate da una membrana in polimetilpentene,
progettata in modo da formare una miriade di microalveoli, con lo scopo di
massimizzare la superficie di scambio disponibile per il transito dei gas, a
cui la membrana è permeabile.
Il polimetilpentene si configura quindi come il materiale
sostitutivo dei tessuti polmonari; ma di che materiale si tratta?
Esso è un polimero, la cui struttura chimica è rappresentata
in figura, che possiede eccezionali proprietà chimiche (elevata resistenza ad
acidi e basi), alta trasparenza e stabilità termica; esso è inoltre
caratterizzato da bassa densità ed alta permeabilità ai gas.
L’elevata inerzia chimica e la sua permeabilità ai gas sono
i principali motivi per cui è impiegato nei polmoni artificiali. Esso è infatti
immune al pH alcalino del sangue e facilita, per gradiente di concentrazione,
la migrazione dell’ossigeno nel sangue e l’evacuazione della CO2 da
questo. Inoltre, data la sua resistenza alla temperatura, può essere facilmente
sterilizzato, anche grazie al fatto che non assorbe acqua.
Tutte queste proprietà lo rendono il materiale ideale per l’impiego
nei polmoni artificiali.
Foto del PMP
Informazioni sul circuito del respiratore.
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