La storia del polmone artificiale si svolge nell’arco di
tempo che va dal secondo dopoguerra ad oggi, in quanto solo in questo periodo
si è riusciti a sviluppare le tecnologie necessarie al suo funzionamento. Un
modo senz’altro interessante di studiare la storia di un oggetto o di un
prodotto, consiste nell’analizzare i brevetti che lo riguardano.
Partendo dagli inizi delle pubblicazioni riguardanti il
polmone artificiale, una delle prime pubblicazioni, registrata nel 1960 (link),
riguarda un nuovo prototipo di pompa per il sangue, progettata per garantire
una migliore pressione e semplificare i controlli. Ecco delle immagini che
accompagnano il brevetto:
Immagini della pompa brevettata nel 1960 da Thompson Harris
In seguito, la problematica principale del respiratore
extracorporeo a membrana, divenne la funzionalità della membrana stessa, in
particolare la sua durata ed il rischio di coaguli che si potevano creare
durante l’uso. In questo brevetto registrato nel 1986, si introducono nuovi
materiali per la realizzazione della membrana, a base vinilica, che
garantiscono una miglior prestazione in opera dell’apparecchio e riducono i rischi
per il paziente.
Giungendo ai giorno nostri, si osserva come il sistema abbia
assunto la sua configurazione tipica, e si cerchino margini di miglioramento
nelle modalità d’uso, al fine di migliorare la qualità di vita del paziente,
come avviene in questo brevetto del 2015. Si ricorda infatti che la mortalità
legata all’uso dell’ECMO rimane tutt’ora elevata, come dimostrano gli studi qui
riassunti.